
La cucina che ci piace: i piatti tipici della cucina tradizionale napoletana
Napoli… profumi, odori e sensazioni. Passeggiare per le vie del centro antico della città è un piacere per i sensi: naso, bocca, orecchie e occhi possono dare vita a emozioni che resteranno a lungo nella tua mente. I sensi si inebriano di fritto, di pizza, mozzarella, limone, l’odore di pomodoro arriva dritto nelle radici e ti accompagna per tutto il tragitto. Non è un caso che qui sia nata la cucina gourmet, grazie alla varietà dei prodotti locali messi a disposizione degli chef provenienti dalla Francia, voluti dalla regina Maria Carolina, moglie di Ferdinando IV.
Ancora oggi molti di questi piatti sono presenti nelle cucine dei napoletani, ma anche nelle trattorie e nei ristoranti: ragù, gattò, sciù, crocchè, sartù, supplì, babbà, tutti nomi trasformati dalla lingua francese (ragoût, gâteau, chou ad esempio) in parole dialettali.
La genovese
Un ragù di carne e tante, tantissime cipolle. La genovese è un piatto tipico della tradizione napoletana quanto il caffè e il corno portafortuna. Chi passa per Napoli non può non mangiarla. Dire “genovese” qui, non significa una persona proveniente da Genova, ma solo una cosa: un buon piatto di pasta. Per cucinarla ci vuole una carne speciale, il lacerto e tante, tantissime cipolle accompagnate da un livello di pazienza invidiabile, visto che la cottura è talmente lenta che rischi di addormentarti mentre aspetti. Ma l’attesa, si sa, è essa stessa il piacere.
La pizza
Chi ama mangiare ama la pizza. Non è un detto, ma dovrebbe esserlo. E chi ama la pizza ama Napoli. Perché qui è nata e qui vivrà per sempre la pizza. Dicono che sia il cibo più consumato al mondo e che non c’è un popolo che non ne sia ghiotto. E allora che aspetti a ordinare una pizza nell’unico luogo dove, secondo l’Unesco, puoi mangiare la sola e vera pizza napoletana?
Il cuoppo
Il crocché
Molti lo chiamano “panzerotto”, quando in realtà cucinare un crocché è un’arte antica e va rispettata. Sì, perché quelle patate con la mozzarella filante e il salame, è un’opera d’arte al pari livello degli antichi orafi. Simbolo del cibo da strada per eccellenza, il crocché va mangiato salato e fatto al momento!
La frittatina
Attenzione a non scambiarla per una semplice frittata di pasta. La frittatina a Napoli è delicata, soffice, buona, come in nessun posto potrai mai mangiarla. Le più famose si trovano al Centro Storico, ma tra il quartiere Vomero e i Colli Aminei ci sono delle concorrenti che non ti aspetteresti.
Il supplì
Una premessa è d’obbligo: il supplì non è un’arancina. Ovvero, è un’arancina allungata, al pomodoro e rigorosamente fatta di sola carne con piselli. In tre morsi sarai estasiato dagli odori ammalianti del supplì napoletano.
I dolci
La sfogliatella
Brividi a fior di pelle. Queste sono le emozioni che ti lascia il primo morso alla sfogliatella. Che sia riccia o frolla non fa la differenza. Il suo contenuto importa. Noi comunque ti consigliamo vivamente di assaggiarle entrambe, affinché la tua curiosità (e la tua gola) possa essere davvero estinta.
Il babbà
Il babbà è uno dei fiori all’occhiello di questa città. Per chi non lo sapesse non è un dolce propriamente napoletano, bensì nasce in Polonia. Ma i napoletani hanno saputo replicarlo alla grande e oggi è indispensabile per coloro che fanno una passeggiata per i vicoli del centro.
Il sarchiapone
Come ricorda storienapoli.it, il sarchiapone è la degna fine di un pasto. Qui viene bevuto come digestivo e fu inventato dagli acquafrescai. Si tratta di un mix di acqua frizzante, bicarbonato e succo di limone. Una bevanda apparentemente estiva ma che in realtà viene utilizzata dopo aver mangiato tanto, per digerire più in fretta.
La delizia al limone
Già dal nome si può capire bene che dolce sia. La delizia al limone è un omaggio al limone di Sorrento ed è perfetto per “deliziare” il proprio palato, subito dopo un pranzo o una cena con amici. Come per magia apparirà un sorriso sulla tua bocca, e sentirai tutta la Campania in un solo cucchiaino.